La torre piezometrica dell’acquedotto di Carugate è stata costruita, come altre nei paesi vicini, negli anni Trenta del secolo scorso, per garantire a tutta la popolazione la necessaria quantità d’acqua potabile per gli usi domestici.
Il mulino è indicato già nella mappa catastale di Carlo VI (1721) al mappale 33 quale “casa con molino e torchio da oglio” di proprietà del marchese Luigi Terzi.
La lavorazione della seta aveva in Cernusco una stazione importante di produzione e di smistamento dei bozzoli provenienti dal Contado Martesana.
Ben sette erano le filande che operavano nel territorio di Cernusco, fra queste lo stabilimento serico Gavazzi (Piazza Gavazzi).
Una parte del Monastero di Sant’Ambrogio fu destinata nella seconda metà del 1700 a filanda.
La fabbrica di motori elettrici per l’aeronautica e la siderurgia, fondata nel 1939, chiude i battenti per fallimento nel 1978.
E’ un esempio di quella diffusa rete di attività molitoria che aveva nella fascia irrigua a sud del naviglio della Martesana il suo punto di forza. Il mulino prende l’acqua dalla roggia Bescapera, derivata dal naviglio a monte dell’ansa che caratterizza il percorso urbano del Martesana.
Documentato fin dal primo catasto di Carlo VI del 1721, come proprietà frazionata tra Giorgio Clerici e un Guala, macinava cereali e torchiava semi oleosi. Rimase in attività fino al secondo dopoguerra.
L’esistenza del mulino è attestata già dal 1721 dalla mappa catastale nella quale è indicato come “sito di casa con mulino e torchio d’olio”. Apparteneva al duca Serbelloni.
Si decise nella primavera del 1857 di far convergere tutte le linee facenti capo a Milano in un’unica stazione.
Le palazzine tra via Melchiorre Gioia e via Timavo furono costruite dalla Cooperativa dei ferrovieri intorno al 1920.
Il rilevato ferroviario (arcate) delle Ferrovie dello Stato nella tratta di viale delle Rimembranze di Greco fu realizzato fra il 1901 ed il 1933 su indicazioni del Piano Masera Pavia del 1912.